domenica 25 luglio 2010

L'UOMO NELL'OMBRA ( The ghostwriter,GB/USA/F/D,2010)
DI ROMAN POLANSKI
Con EWAN MCGREGOR, Pierce Brosnan,Olivia Williams,Kim Cattrall.
THRILLER

Vincitore dell'Orso d'Oro all'ultimo festival berlinese,tratto dal best-seller "Il ghostwriter" di Robert Harris,a detta di diversi critici letterari più interessante per il tema svolto che per la reale validità del romanzo vero e proprio,"L'uomo nell'ombra" rappresenta un nuovo grande successo per Roman Polanski,in un anno molto difficile,dopo il riaffiorare dei grossi guai giudiziari che dagli anni Settanta,lo seguono. Il film,e la storia che narra,riguardano nella chiave d'invenzione del thriller (ma nemmeno troppo...) le complesse trame che regolano la politica internazionale,e nello specifico la lunga strategia che sta dietro alle guerre,fatte per necessità politica e "vendute" al popolo come inevitabili dalle forze in campo.Assunto come oscuro biografo dall'ex-primo ministro britannico,un giovane scrittore viene convinto a prendere il posto di un altro "negro",morto in mare in circostanze dubbie:scoprirà via via che la facoltosa,e clandestina,nuova professione,sarà in grado di avere a che fare con le alte sfere del potere,decaduto e non,ma di porlo anche in una condizione di forte rischio di vita.Giocato su una tensione sorda,che dapprima inquieta il protagonista,successivamente lo assilla e tormenta,il film di Polanski è più apprezzabile come dramma politico con inclinature "gialle" che non come thriller vero e proprio,perchè non monta il pathos come si addice ad un film di suspence,o altri lavori polanskiani:certo,l'ipocrisia dei potenti,l'incertezza su chi affidarsi in un mondo di trafficoni,assassini da lontano e progettatori di stragi per il mantenimento degli equilibri sono ben resi,ed il finale,benchè parzialmente prevedibile (nella rivelazione che invece dovrebbe "sconvolgere" lo spettatore) è sufficientemente ambiguo e corente con la trama e l'assunto di chi ha scritto e diretto.Ma nel film interpretato bene da volti sottilmente infidi,in cui un confuso Ewan McGregor si danna a cercare di capire dove orientarsi,nella corte melliflua e sleale del carismatico e fasullo leader Brosnan,non è rintracciabile l'alone del capo d'opera,per quanto disegni bene l'atmosfera di consapevole colpevolezza che sta dietro i quieti salotti di chi dirige dall'alto.

lunedì 19 luglio 2010

PANE,AMORE E FANTASIA (I,1954)
DI LUIGI COMENCINI
Con VITTORIO DE SICA,GINA LOLLOBRIGIDA, Marisa Merlini,Memmo Carotenuto.
COMMEDIA

Capostipite della commedia all'italiana,figlio del "neorealismo rosa",nato con "Due soldi di speranza" di Renato Castellani, "Pane,amore e fantasia" generò tre seguiti,un grande successo di pubblico,e rilanciò De Sica come attore brillante,mentre la stella di Gina Lollobrigida conobbe con questa pellicola un'affermazione straordinaria.Sentimenti contrastati,veracità popolana,ambientazione felice in una provincia a doppio taglio,da un lato serena e a misura d'uomo,da un altro rischiosa perchè piccola di mentalità e veloce di mala lingua:Luigi Comencini azzecca la tonalità ideale e mette in scena le schermaglie,gli equivoci e i guizzi di gioia della contadina Bersagliera,del maresciallo Carotenuto e del resto della combriccola con sapida capacità.Se visto oggi non suscita le risate a scena aperta che probabilmente scatenava negli anni della sua uscita,ha un'atmosfera spensierata che rilassa e diverte lo spettatore nel seguire la bravura dei commedianti e la simpatia di molti dei personaggi. Inoltre,come non simpatizzare,appena usciti dall'immediato dopoguerra,con una ragazza povera e bellissima dal carattere vulcanico,dignitosa nella miseria e agguerrita nella passionalità,ed un signore attempato ma dalla mentalità aperta al punto di innamorarsi di una ex ragazza madre,che giunge al finale ben lieto di annunciare il fidanzamento con la medesima dalla terrazza sulla piazza principale?

lunedì 12 luglio 2010

VOGLIAMO I COLONNELLI (I,1973)
DI MARIO MONICELLI
Con UGO TOGNAZZI, Carla Tatò,Giuseppe Maffioli,Duilio Del Prete.
COMMEDIA
Gran cosa la satira,permette di dar mazzate sorridendo e denigrare divertendo,quando funziona ad hoc:in "Vogliamo i colonnelli" c'è un avvio strepitoso,una prima parte di buon livello,e qualche passaggio grottesco che non gira come dovrebbe,fino all'azzeccato finale che ripiana le cose. Monicelli,dopo il fallito golpe Borghese ,elabora una storia di nostalgici del Fascio che mettono su un colpo di Stato di mirabile cialtroneria,come in effetti tutte le reminiscenze littorie sono:dal deputato sudaticcio di Ugo Tognazzi al sacerdote nero di Del Prete,ed in mezzo un gruppo di ridicoli esaltati,tutti abilissimi a mandare alla malora il piano per destabilizzare lo Stato,anche se un ministro sedicente democratico in realtà condanna il gesto,ma in pratica lo compie lui stesso con abilità da maneggione indefesso.Il regista de "La grande guerra" imbrocca i dettagli,molte battute sparse qua e là per il film,la conduzione di uno stuolo agguerrito di caratteristi in vena,capitanati da un Ugo Tognazzi a tratti sublime nel disegnare la sfatta,abborracciata verve del suo fascistaccio grintoso e meschino:solo che per funzionare del tutto non dovrebbe incappare in qualche caduta di tono e di ritmo come gli capita nella parte centrale,e spingere meno sul pedale del paradosso per mantenersi entro i canoni di una satira politica dai denti aguzzi.Comunque,una commedia maligna,con degli acuti ilari e recitata ottimamente da tutto il parco attori.

venerdì 9 luglio 2010

IL SESTO GIORNO ( The sixth day,USA 2000)
DI ROGER SPOTTISWOODE
Con ARNOLD SCHWARZENEGGER, Michael Rooker, Robert Duvall,Tony Goldwin.
FANTASCIENZA/AZIONE
Alle soglie del Duemila,dopo la vicenda della pecora Dolly, crebbero polemiche ed interesse,di conseguenza,sulle possibilità della clonazione e varie discussioni,etiche e concettuali ebbero spazio su giornali e media vari:logico che il cinema da grandi platee abbia espresso soggetti che si riferivano alla cosa,inventando storie che riguardavano,centralmente o meno,la progettazione di creare nuova vita. "Il sesto giorno" vede il pilota di elicotteri Arnold Schwarzenegger tornare a casa e trovare un altro se stesso che festeggia il compleanno con i suoi cari,andare a letto con la moglie e vivere nella sua casa.Dietro c'è un intrigo scientifico che costa la vita a numerosi personaggi (anche se molti di questi ritornano da clonati e come repliche di se stessi),e forse all'originale ed al clone,dopo essersi scontrati,converrà allearsi per venire a capo della faccenda e salvare la (doppia) pelle. Diretto senza colpi d'ala da Roger Spottiswoode,il film procede prevedibile verso la lotta finale nel laboratorio futuristico dove si concepiscono i duplicati delle persone,con uno Schwarzenegger raddoppiato ma che palesemente non regge più il ritmo delle sue pellicole d'azione dei tempi d'oro,sembrando sia meno imponente che meno sciolto nelle sequenze più movimentate. Unica scena con un pò di respiro cinematografico quella del volo degli elicotteri,pilotati e telecomandati, ma nonostante altri inseguimenti,colpi di pistola laser,salti e cristalli che si infrangono c'è poco di cui tener conto.E la questione clonazione,che ovviamente viene bocciata secondo la tesi del film,è un pretesto per imbastire un ennesimo thriller fiaccherello e troppo costoso per quel che mostra.

IL MERLO MASCHIO ( I,1970)
DI PASQUALE FESTA CAMPANILE
Con LANDO BUZZANCA,LAURA ANTONELLI, Ferruccio De Ceresa, Lino Toffolo.
COMMEDIA/EROTICO

Uno dei titoli più celebri interpretati da Lando Buzzanca,che contribuì fortemente a crearne il personaggio,da masculo impelagato in voglie,nudità e frustrazioni sessuali alternate a slanci di virilità conclamata,per l'occasione accompagnato da una partner di fulgida presenza come Laura Antonelli.Ecco,uno dei limiti del film,ad esempio,è il più volte sottolineato scarso sex-appeal della moglie del protagonista da vestita,mentre nuda fa impazzire ogni individuo di sesso maschile.Scelta sbagliata allora di regista e direttore del casting,perchè andava presa un'altra attrice,magari con un bel fisico ma non così attraente di faccia come l'inteprete di "Malizia",una delle donne più belle e sensuali che siano comparsi sui nostri schermi,vestita e non. In più,ad una prima parte che tutto sommato può sollevare qualche interesse nel racconto di un uomo assolutamente insignificante,al quale non fa caso nessuno,e vive quasi in una dimensione "altra",da nullità congenita,la seconda,che accentua il lato erotico della vicenda mostrando la venustà della Antonelli in più salse e pose (e fa piacere,per carità,ma la storia si fa uggiosa) stanca e arriva ad un finale appiccicato e un pò insulso. Festa Campanile,al solito,azzarda una satira che porta da poche parti,anche se gli intenti erano validi.E sugli interpreti,sia Buzzanca che la Antonelli sono migliori dei ruoli che sono chiamati a recitare.

giovedì 8 luglio 2010

IL MAI NATO ( The unborn,USA 2009)
DI DAVID S.GOYER
Con ODETTE YUSTMAN,Cam Gigandet,Gary OIdman, Jane Alexander.
HORROR
Su uno spunto che richiama "La metà oscura",romanzo di Stephen King e film di Romero,un horror diretto dallo sceneggiatore e regista David S.Goyer,responsabile del terzo "Blade" e cosceneggiatore del nuovo Batman a firma Christopher Nolan. La graziosa Odette Yustman studia e fa la babysitter,ma strani ed oscuri segnali le inquietano la vita,compresi sogni e ricordi che non la lasciano tranquilla:la spiegazione,che è abbastanza prevedibile,è che il suo gemello è morto durante la gravidanza,sua madre è impazzita e qualcosa di soprannaturale comincia a causare la morte di persone vicine alla protagonista.Tra i produttori figura anche Michael Bay,e così si spiega anche la forte impronta patinata data alla pellicola,che si sforza blandamente di mettere paura allo spettatore ma presenta troppi riferimenti ad altri film paurosi già visti per non risultare ampiamente risaputo.Se Gary Oldman fa una partecipazione decisiva nel racconto ma proprio di quelle che fanno le ex-star a fine carriera,la bella Odette Yustman strilla e si agita,ma non è niente di più,almeno qui,di tutte le altre eroine da horror in cui nessuno crede a loro e sembrano diventate folli in una spirale di situazioni assurde e pericolose:ovviamente il film si chiude su una nota che vorrebbe essere raggelante,come i canoni del cinema d'orrore pretenderebbe,ma sono troppe le cose scontate,le trovate di sceneggiatura fiacche e gli snodi narrativi previsti per fornire al pubblico almeno quel brivido.

sabato 3 luglio 2010

I GUERRIERI DELLA PALUDE SILENZIOSA ( Southern comfort,USA 1981)
DI WALTER HILL
Con POWERS BOOTHE,KEITH CARRADINE, Fred Ward,Brion James.
AZIONE
Prolificissimo negli anni Ottanta,Walter Hill girò diversi lungometraggi di successo, e se quello non riscontravano,a volte,hanno fatto da base e ispirazione per altri cineasti attivi nel genere azione."I guerrieri della palude silenziosa",in originale più efficacemente "Southern Comfort",con una punta di tragica ironia,visto lo svolgimento della storia, fu programmato tantissimo dopo poco tempo sulle tv private (RTV38 lo mandava in onda un mese sì e due no),richiama "I guerrieri della notte"nello spunto del gruppo di combattenti che devono giungere alla salvezza lungo un percorso irto di pericoli che li falcidierà,ancora più violentemente che nel film sulle bande di teppisti.Le desinenze vengono anche,naturalmente,da "Un tranquillo weekend di paura",con una comunità retrograda e barbara che uccide animali e uomini con la facilità di chi usa farlo abitualmente.Ben interpretato da un pugno di caratteristi di spicco,si svolge in una foresta che non è dissimile da quella in cui Stallone in "Rambo" si tramuterà da cacciato a cacciatore,è ambientato in Louisiana ma potrebbe essere il Vietnam,la Corea o l'Afghanistan perchè è un non-luogo che come schermo dal mondo reale (l'elicottero) usa gli alti alberi che la compongono:e via via perdendo componenti in modo più o meno efferato,tra mortali trappole e follia che serpeggia,lo sparuto drappello di uomini della Guardia Nazionale cerca una via d'uscita da una dimensione pazza e cupa.Fino ad un finale cruento,di altissima tensione,giocato sulle note di un allegra melodia cajun in idioma francofono,tra esplosioni di sanguinaria violenza e rituali antichi,di un popolo fiero del proprio ignorante isolamento,ostile a priori e pronto al massacro di chi viene fuori.Metafora sempiterna delle comunità dominate dalla grettezza che spinge a non accettare,ad annichilire chi è esterno,come chi fa riti celtici,per parlare di cose vicine a noi,"I guerrieri della palude silenziosa" è un gran film d'azione espresso a ritmo irregolare,che sa tenere lo spettatore in una crescente presa di coscienza dell'attitudine feroce dell'umanità lasciata senza controlli.

IL GRANDE SILENZIO (I,1968)
DI SERGIO CORBUCCI
Con JEAN-LOUIS TRINTIGNANT,Klaus Kinski,Vonetta McGee,Frank Wolff.
WESTERN

Ambientato in un bianco di neve immoto e mortale,"Il grande silenzio" è tra i più considerati esempi degli spaghetti western, da recensori vari e appassionati del genere:si svolge in Utah ma è girato a Cortina d'Ampezzo,ad opera di Sergio Corbucci,quasi a simboleggiare una virata all'indietro per i canoni tipici del mondo dei pistoleros e dei cavalli da marchiare.L'eroe non è tale,ma è un antieroe,vulnerabile al punto di non riuscire a difendere la donna con cui ha una relazione(sacrilegio,per i personaggi così!),cerca di non uccidere ma fa saltare via i pollici ai nemici per impedir loro di maneggiare mai un'altra volta una pistola,sceglie di affrontare in condizioni disperate l'avversario,e non troverà una bella fine.Corbucci,dopo "Django",mette su un altro western violento,con situazioni ancor più crudeli di quelle dei film di Leone,mantiene la caratteristica delle mani dei personaggi principali martoriate (nel lavoro precedente quelle di Franco Nero maciullate dagli zoccoli dei cavalli come tortura,qui tra quelle mutilate e quelle del protagonista trafitte dagli spari ce ne sono abbastanza), e si avvia verso un finale assolutamente non lieto,dove il Male trionfa e una violenza che non tiene conto di alcuna pietà prende campo.Forse un tantino sopravvalutato,con qualche punto morto,ma in effetti adulto e consapevole della frequente ingiustizia dei casi della Storia e del Fato,"Il grande silenzio" è intepretato da un intenso e stranito Trintignant,che recita col volto,da un Kinski dal sorriso femmineo e perverso,purtroppo mal doppiato,e si contano anche Frank Wolff,Vonetta McGee,Mario Brega e Marisa Merlini.Interessante,ma non un grande western,come si è letto spesso.

giovedì 1 luglio 2010

A-TEAM (A-Team,USA 2010)
DI JOE CARNAHAN
Con LIAM NEESON,BRADLEY COOPER,Jessica Biel,Quinton "Rampage" Jackson.
AZIONE

In un prologo sparatissimo a tutta azione si racconta la formazione del quartetto denominato "A-Team", capeggiato dal colonnello John Hannibal Smith,che vede lo spaccone "Sberla",il forzuto Barracus e il folle Murdock,ognuno con una specialità propria:si prosegue con un complotto tra Cia ed esercito statunitense nel mezzo del quale si muovono i quattro avventurieri,ex-militari,per sventare le mire di mele marce delle istituzioni.Affidato al Joe Carnahan di "Narc",che si era visto sfumare tra le mani la possibilità di girare il terzo "Mission:Impossible",il film è la versione al cubo del celeberrimo telefilm di successo negli anni Ottanta,lì girato in relativa economia,qua vistosamente sostenuto da un alto budget,con gran profusione di esplosioni,reazioni a catena,salti e mitragliate.Ad alto tasso di improbabilità nel dipanarsi dell'azione,con scene mirabolanti più adatte ad un film di "Superman" che ad uno d'azione con persone normali anche se benissimo addestrate,la pellicola comunque diverte,ha una sceneggiatura che non risparmia qualche ben assestato colpo d'ironia,e gli interpreti rieditano personalmente le versioni dei quattro personaggi portati al successo 25 anni or sono.Certo forse un pò di sforbiciate per pompare un pò meno le scene d'azione survoltate ad un livello che rasenta spesso la fantascienza,avrebbero giovato,vedi la scena esageratissima del carro armato che scende appeso a tre paracadute e ingaggia anche uno scontro con tre droni che lo prendono a raffiche di mitragliatrice:Carnahan è un regista di buona mano,che dovrebbe imparare a dilungarsi talvolta meno,ma la stoffa c'è.