venerdì 12 agosto 2011

OPERAZIONE SAN GENNARO (I/F/D,1966)
DI DINO RISI
Con NINO MANFREDI,Senta Berger,Harry Guardino,Mario Adorf.
COMMEDIA


Tra i maggiori incassi della stagione 66/67,"Operazione San Gennaro" è stato,soprattutto in passato,spesso trasmesso con buon seguito in tv:coproduzione italo-franco-tedesca,vede la compartecipazione di Totò in un ruolo breve ma importante,e la bella Claudine Auger venire dritta dai set di James Bond,a far da corollario al piano di due americani per rubare il tesoro di San Gennaro,e per realizzare il colpo contattano il trafficone Dudù,un baffuto Nino Manfredi,con la sua cricca di lestofanti di buon cuore,sostanzialmente,che hanno i loro problemi a compiere un reato contro il santo protettore amato da ogni napoletano.Costruito sulla realizzazione del furto,come era in voga in quegli anni,si veda il "Colpo grosso" di Sinatra & Co.(l'originale "Ocean's eleven") ed il successo nostrano dei "Sette uomini d'oro" vicariani,questo film è un Risi minore,in cui il mordente del grande regista delude un pò,rendendo la pellicola gradevole,ma scarsamente memorabile,evidenziando una fase meno felice per l'autore de "Il sorpasso",che aveva già dato il suo meglio.Bella la Berger,isterico Guardino,a proprio agio Manfredi,e lo rifarà in seguito,con l'accento napoletano.



CHI SI FERMA E' PERDUTO (I,1960)
DI SERGIO CORBUCCI
Con TOTO',PEPPINO DE FILIPPO, Aroldo Tieri,Alberto Lionello.
COMMEDIA


I due colleghi di lungo corso Guardalavecchia e Colabona sono dediti a fare,con molta calma,pratiche nella ditta di spedizioni ove lavorano da decenni,facendo scherzi ai clienti più uggiosi (il ricco e sordo che puntualmente viene maltrattato con il sorriso dai due il più divertente),ma quando si prospetta forse un cambio in direzione,sgomiteranno non poco,facendosi dispetti e cattiverie di ogni tipo per mettersi in difficoltà l'un l'altro.Esile il canovaccio,abilissimi nel darsi la battuta Totò e Peppino De Filippo,comunque corredati di bravi interpreti a far da comprimari (oltre ai consueti Castellani e Tieri,da registrare un Alberto Lionello molto giovane),regia "pratica" di Sergio Corbucci.Si ride,ma la storia scappa di mano alla sceneggiatura,concludendo in un'arruffata girandola di qui pro quo da pochade il film.Peccato,perchè ci sono situazioni,soprattutto nella parte iniziale,esilaranti,ed alla fine,si evidenziano pochissimi personaggi positivi,perchè,per tornaconto personale,o indefessa tendenza a comportarsi male,pure l'apparentemente integerrimo funzionario Aroldo Tieri sarà della partita,ognuno dei caratteri in scena mostra meschinità,malizie e prepotenza.



CANE E GATTO (I,1982)
DI BRUNO CORBUCCI
Con BUD SPENCER,TOMAS MILIAN, Mark Lawrence,Margherita Fumero.
COMMEDIA/AZIONE


Benchè il sodalizio artistico con Terence Hill sia durato fino a metà anni Ottanta,con uno strascico di un film andato poi malissimo a metà circa della decade successiva,"Botte di Natale",Bud Spencer ed il compagno di avventure sullo schermo hanno girato più o meno un film ogni anno che non prevedeva un titolo in coppia.Qua il castigamatti ex-olimpionico dalla sberla rumorosa e dal faccione bonario sotto la folta barba è abbinato a Tomas Milian,all'apice del successo personale all'epoca,in una commedia ambientata in USA,che vede Spencer poliziotto che nasconde la sua vera professione all'assortita famigliola (un'anticipazione di "True lies",praticamente) che dà la caccia al mariolo Milian,fanfarone bravo a sedurre le donne attempate e ladro incallito.Quando il secondo,per evitare di farsi beccare dal marito di una delle sue "vittime",è accidentalmente testimone di un delitto di mafia,all'uomo di legge tocca anche prendersene cura per non farlo uccidere. Risolto con un certo ritmo da Bruno Corbucci,ed un'ambientazione efficace in America,il film paga lo scotto di un evidente scarso feeling tra i due attori,con Bud Spencer che fornisce una delle sue prove migliori,mentre Tomas Milian gigioneggia biascicando chewingum per tutto il tempo,mostrandosi non a proprio agio. Volano naturalmente botte da orbi quando necessario,nell'ambito di uno spettacolo per famiglie,con gangsters da spot pubblicitario e seduzioni da teatrino della parrocchia,ma c'era da aspettarsi poco....



RICKY E BARABBA (I,1992)
DI CHRISTIAN DE SICA
Con RENATO POZZETTO,CHRISTIAN DE SICA,Francesca Reggiani,Franco Fabrizi.
COMMEDIA



I comici,tutto sommato,sono primedonne:salvo non troppi casi,difficile che si adeguassero,se colti dal successo,a dividere il nome in cartellone con altri colleghi,valga l'esempio di Alberto Sordi per tutti,raramente disponibile a fare a metà nell'accollarsi un film. Renato Pozzetto,invece,è spesso stato messo a confronto con un altro (Adriano Celentano,Tomas Milian,Aldo Maccione,Enrico Montesano,Carlo Verdone),e quando la carriera cominciò la china del declino,in una sola stagione lavorò con due attori all'epoca rampanti,Ezio Greggio ("Infelici e contenti") e Christian De Sica,che diresse e cointerpretò assieme al brianzolo questo "Ricky e Barabba".Ma nessuno dei due film ottenne incassi degni di nota,che dieci anni prima puntualmente Pozzetto faceva affluire ai botteghini.Su una storiella che richiama in più passaggi "Una poltrona per due",si ripete il numero del riccone divenuto povero in un colpo solo che deve giocoforza affiancarsi ad un lazzarone cresciuto nei bassifondi per sopravvivere,e tutto sommato imparare a vivere meglio:molto già visto,vero,musicaccia cialtrona sparata a mille spesso e volentieri (quasi un Christian De Sica-trademark),e qualche lungaggine,ed una certa prevedibilità.Rispetto ad altri prodotti similari,però,l'intesa tra i due coprotagonisti è buona, e soprattutto il settentrionale ha modo di sparare qualche battuta divertente.Filmetto da seconda serata televisiva senza pretese,ma qualche lieve sorriso lo suscita.


venerdì 5 agosto 2011

CAPTAIN AMERICA-Il primo vendicatore
(Captain America:first Avenger,USA 2011)
DI JOE JOHNSTON
Con CHRIS EVANS,Hugo Weaving,Hailey Atwell,Tommy Lee Jones.
AVVENTURA/FANTASTICO





Se si esclude Namor,il Sub-Mariner,re degli abissi,a questo punto i maggiori personaggi marvelliani hanno avuto rappresentazione al cinema,mancavano Thor e Capitan America,probabilmente i più difficili da elaborare in modo filmico:perchè le avventure epico-sovrannaturali del Dio del Tuono richiedevano sia scenografie imponenti,e l'alleggerimento inevitabile delle trame asgardiane,mentre con l'eroe dallo scudo il rischio-retorica è sempre ad un passo.Anche se,tutto sommato Cap è un personaggio molto meno reazionario di quanto si pensi,visto che non troppo tempo fa,nella versione a fumetti del post-11 settembre,si è schierato contro i supereroi che volevano schedare i "colleghi" ed immolato lottando contro i "bushiani" guidati da Iron Man,che è comunque il più a destra dei caratteri della casa inventrice di Spiderman. Il film è affidato a Joe Johnston,che ci aveva già provato,con il mondo degli eroi potenziati con il grazioso ma sfortunato "Rocketeer",l'operazione strizza l'occhio all'effetto-nostalgia,a partire dai colori vagamente seppiati della fotografia,e sottolinea la differenza tra il Crociato di blu vestito e gli altri eroi della Marvel,visto che,come Batman,non ha veri e propri poteri da mutante o semidio,ma un'eccezionale capacità atletica ed una forza maggiorata,rimanendo comunque un uomo comune,con un senso di lealtà ed una forza della volontà indomabili. E'vero,guardando la pellicola possono nascere perplessità su come un'organizzazione potente e dai mezzi strabilianti quale l'Hydra possa prosperare in seno ad un regime duro come quello nazista,e sviluppare una tecnologia che a tutt'oggi pare futuristica:ma il divertimento c'è,le scene spettacolari,anche se aumentano con il progredire dei minuti,sono funzionali al racconto,e ci sono innesti d'ironia che aiutano anche lo spettatore non particolarmente attratto dal mondo di Stan Lee,Jack Kirby & C. a gustarsi l'avventura.Risolto bene anche il fattore del salto temporale del Capitano ai giorni nostri,l'eroe rimanda all'assemblamento con Thor,Hulk ed Iron Man ne "I Vendicatori".




giovedì 4 agosto 2011

QUELLE STRANE OCCASIONI (I,1976)
DI NANNI LOY,LUIGI MAGNI,LUIGI COMENCINI
Con PAOLO VILLAGGIO,NINO MANFREDI,ALBERTO SORDI,STEFANIA SANDRELLI.
COMMEDIA


I riferimenti al Boccaccio ed al Ruzante sono nel DNA della commedia all'italiana,gli accostamenti tra sesso e riso gli italiani lo hanno probabilmente nel sangue,e meno male,perchè l'argomento ogni tanto va sdrammatizzato:rimanendo in ambito filmico,soprattutto negli anni Settanta,ma anche nella decade prima,molte delle peripezie dei nostri commedianti su schermo ruotano intorno alla sfera sessuale,ed a tutte le derivazioni implicite."Quelle strane occasioni",che fu tra i primi quindici incassi nella stagione 76/77,mette in scena quattro nomi da far vibrare il box-office dell'epoca,come Villaggio-Sordi-Manfredi-Sandrelli,in tre episodi che contemplano appunto scappatelle,inganni in nome dell'accoppiamento,tradimenti e luoghi comuni su altre concezioni della sessualità (in due episodi soprattutto,quello con Villaggio e quello con Manfredi).Nanni Loy non trova la chiave giusta per raccontare i travagli del poveraccio italiano in Olanda Paolo Villaggio che per poco gode delle redditizie glorie di un sex-show,Magni dirige diligentemente ma senza guizzi un borghese di sinistra,Nino Manfredi,alle prese con un'ospite graziosa,figli di amici di famiglia che viene dalla Svezia e rimane sola con lui per una nottata:in questi due episodi,oltre alla simpatia dei due attori,poco sugo davvero.Meglio va,ma senza impennate particolari,nella parte che vede il vescovo Sordi rimanere bloccato in ascensore un giorno d'agosto con la procace Stefania Sandrelli per un paio di giorni,e considerata l'occasione,e la venustà della giovane donna,ci scappa il fattaccio.Nel deridere certo bigottismo ipocrita Comencini ha gusto e più o meno evita la volgarità facilissima da centrare:ma il duetto è ispirato,Albertone tira fuori tutta la malignità della propria maschera,mentre la Sandrelli ha simpatia e carica erotica da vendere.


TRANSFORMERS 3 (Transformers 3:Dark of the moon,USA 2011)
DI MICHAEL BAY
Con SHIA LABOEUF,ROSIE HUNTINGTON-WHITELEY,PATRICK DEMPSEY,JOHN MALKOVICH.
FANTASCIENZA

In un'entusiastica iperbole autoconsacratoria,Michael Bay ha definito la sua trilogia dei "Transformers" lo "Star Wars" di questa generazione:al di là del fatto che certi paragoni vanno semmai lasciati fare agli altri,pare un pò troppa grazia,vista soprattutto l'infima qualità del secondo capitolo,a detta dello stesso regista molto mediocre:nella saga della guerra tra robottoni,gli Autobot (buoni) ed i Decepticon (cattivi),le trame,nonostante questa volta si sia voluto immettere uno stuzzicante prologo di fantapolitica,con JFK che spinge per andare sulla Luna per rilevare l'arca dei Transformers prima che lo facciano i sovietici,tendono a ripetersi,se si esclude la novità del primo segmento. Il protagonista Shia Laboeuf,benchè eroe riconosciuto,fatica a trovare un lavoro,nonostante la laurea,e si ritrova una volta ancora coinvolto nello scontro tra organismi cibernetici giganteschi:rispetto all'evitabile numero due,è vero,c'è una maggiore elaborazione della trama e c'è meno patina nelle riprese,con nuovi personaggi,come quelli di Patrick Dempsey,John Malkovich e Frances McDormand,che in effetti aumentano la consistenza del narrato. Ma,al di là di una spettacolarità marcatissima,e di un'obbiettiva splendida resa grafica dei movimenti degli automi,il problema è che il terzo "Transformers",che sovrasta ogni altro kolossal uscito quest'anno a livello d'incasso mondiale (siamo sul miliardo di dollari,anche se in Italia ha reso meno del previsto),emana tanto dejà-vu,anche nelle battaglie roboanti dei megarobot.Recupera in simpatia,è vero,perchè nel numero due non ce n'era traccia alcuna (e non si risparmiano frecciate alla splendida dissidente Megan Fox nelle battute del film),e sicuramente ci sarà un ulteriore sviluppo di queste avventure,ma Bay non è certo Lucas,nè Spielberg,nè Cameron.E c'è una bella differenza.